Matera, la città dei Grillai

Tra i sassi di Matera alla scoperta della più grande colonia italiana di Grillai.

Motivi familiari mi portano spesso in Basilicata e tutti i viaggi diventano l’occasione per una nuova avventura a contatto con una natura che sembra non aver corso con il tempo.

Se da adolescente qualcuno mi avesse detto che crescendo mi sarei ritrovata a passeggiare per Matera con il naso rivolto all’insù e la macchina fotografica in mano avrei di certo pensato che fosse matto. Invece, con il passare degli anni, ogni visita ha assunto significati diversi, ogni vicolo, ogni scala, pur sempre uguali, hanno raccontato storie comunque diverse. Matera, considerata una delle città più antiche del mondo, per anni abbandonata all’incuria e alla decadenza, nonostante nel 1993 sia stata dichiarata dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Negli anni ha saputo credere in se stessa, ha lavorato per la crescita e la rinascita fino a culminare nel prestigioso riconoscimento di capitale europea della cultura per l’anno 2019. Un’evoluzione lenta ma inarrestabile, un ritrovato connubio di storia e cultura, a cui si è aggiunto un fenomeno unico nel suo genere per eccezionalità ed interesse naturalistico: la presenza, proprio a Matera, della più numerosa colonia europea di Falchi Naumanni, comunemente chiamati “grillai” o in dialetto materano “striscignl” dal suono del verso che emettono.

Dal punto di vista ornitologico il falco grillaio si presenta come piccolo rapace appartenente alla famiglia dei Falconidi di lunghezza variabile dai 27 ai 33 cm e un’apertura alare di circa 70 cm. Leggermente più piccolo di un gheppio appare più snello nel profilo e più elegante nel volo. Il maschio è caratterizzato dal capo grigio-ceruleo, colore che si ripete anche sul sopra-ala tra il castano del dorso e lo scuro della punta delle ali; il sottoala è biancastro, come nel gheppio ma con la punta delle ali più scura ed è assente il mustacchio tipico del gheppio.  La femmina presenta invece una livrea superiore chiara macchiata di scuro; completano la caratterizzazione di entrambi le unghie chiare e le primarie di solito più lunghe in proiezione sulla coda.

Il falco grillaio è una specie protetta e ad alto rischio di estinzione, riconosciuto dall’Unione Europea come “specie prioritaria ai fini di conservazione”. Negli anni ha cominciato un lento ma costante ripopolamento nidificando in Basilicata a Matera ma in generale in tutto il Parco Nazionale dell’Alta Murgia. Attirato, molto probabilmente, da un habitat rurale ancora quasi incontaminato fonte preziosa del loro cibo abituale: cavallette, grilli talpa e piccoli invertebrati.

Ogni anno, tra fine marzo e gli inizi di aprile i falchi grillai arrivano a Matera dall’Africa subsahariana e si stabiliscono nei rioni più antichi della città, che diventeranno per qualche tempo la loro casa. Arrivano per primi i maschi, come a prendere posto, e le femmine a seguire. I grillai scelgono la loro sistemazione in una sorta di tacito accordo di pacifica convivenza con l’uomo. Non è raro, infatti, vedere nidi artificiali installati in più punti della città, sulle case private come sugli edifici pubblici.Le coppie man mano che si formano, per rimanere monogame per tutta la stagione, scelgono, oltre ai nidi artificiali, anche anfratti, grondaie, lo spazio sotto i coppi dei tetti, finanche cavità di tramogge.

Passare una giornata alla scoperta delle abitudini di questi piccoli rapaci significa innanzi tutto addentrarsi in un pezzo di storia materana dove l’ambiente urbano si fonde e si mette al servizio della natura.

Il nostro cammino inizia dalla “Civita”, la parte più antica di Matera dove sorge il Duomo, la mattina con ottima luce e sole alle spalle. La strada in discesa che si apre davanti a noi si addentra nelle strettoie del “sasso barisano” e il percorso si snoda tra vicoli stretti dalle case, in un susseguirsi di tetti e terrazzini, naturale approdo per i nostri simpatici amici. Eccoli posati in coppia su un’antenna, nascondersi dietro un coppo, intenti a guardarci, confidenti a loro modo, forse più incuriositi che impauriti dalle macchine fotografiche. Durante la discesa i punti di ripresa sono i più disparati e consentono di immortalarli in una grande varietà di pose sia dal basso che dall’alto. I colori del falco grillaio sono tali da creare due effetti contrastanti a seconda dello sfondo su cui si vengono a trovare: se è l’avorio tipico della pietra calcarea delle case a fare da coreografia, il riflesso della luce crea un’atmosfera calda e luminosa, che rende ancora più vividi i colori del piumaggio; se invece riusciamo a scovarlo posato su un tetto il mimetismo con l’ambiente è praticamente perfetto, cosa che non guasta per contrastare gli attacchi dei numerosi gatti randagi che rappresentano un pericolo soprattutto per i pulli.

Voltando lo sguardo, siamo noi a sentirci osservati da questa grande colonia intenta a portare avanti la sua quotidianità (lo scorso anno sono state stimate più di 1000 coppie nidificanti). Proseguendo si risale dalla parte opposta verso il centro di Matera, da dove nel pomeriggio si gode un panorama mozzafiato sulla parte antica che ci siamo appena lasciati alle spalle. Qui, dal belvedere accessibile da Piazza Vittorio Veneto, è possibile immortalare i falchi grillai in volo soprattutto al tramonto. Molti di loro, poi, trovano riparo per la notte su un grande pino situato nella parte più moderna di Matera e al centro di una rotonda estremamente trafficata ma ciò non sembra disturbarli più di tanto.

Alla fine della giornata la stanchezza lascerà sicuramente spazio alla soddisfazione di aver vissuto un’esperienza unica e particolare. Non mi stanco mai di tornarci, ogni volta con l’entusiasmo tipico di chi affronta una nuova avventura e la curiosità per un’esplorazione che si rivela sempre ricca di sorprese, emozioni che spero di aver trasmesso a chi ha avuto la pazienza di leggere queste poche righe.

 

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