L’ordine dei mantoidei, aggrazziati e spietati predatori

Storie dal microcosmo: la mantide un piccolo grande predatore

Se c'è un insetto che più degli altri mi affascina in modo particolare, questa è la mantide.
Il suo portamento e la fama di spietata cacciatrice fanno di lei un insetto molto conosciuto. Ne esistono moltissime specie diverse in tutto il mondo. In Italia la più famosa della famiglia Mantis risulta essere la "Mantide religiosa" (Mantis religiosa Linnaeus, 1758). Il nome mantide deriva dal greco mantis, cioè profeta.
Insetto inconfondibile per le sue caratteristiche, ha un corpo allungato, ali attaccate sul dorso, due paia di zampe posteriori e un paio di zampe anteriori con la caratteristica forma a morsa. A riposo o mentre caccia assume la classica posa della preghiera.
La testa di forma triangolare e gli occhi molto grandi gli consentono di avere una ampia visione, inoltre può ruotare la testa di 180 gradi, abilità che le consente di poter osservare cosa accade alle proprie spalle. Le femmine della specie mantis religiosa sono più grandi dei maschi e la loro lunghezza varia tra i 7-8 cm. Il loro colore dipende dall'ultimo ambiente in cui è stato fatto il cambio di muta. Può variare dal verde al marrone ed è molto importante per la sua arma più formidabile: il mimetismo. Possono aspettare molte ore nascoste in mezzo alla vegetazione in attesa della loro preda. Sono praticamente invisibili e solo un occhio attento le può scovare. Ho assistito a diverse predazioni da parte delle mantidi e la velocità con cui catturano la malcapitata preda di turno è incredibile.
Quando passa un insetto vicino, la mantide, con un movimento letale, proietta le zampe anteriori in avanti afferrando e intrappolando la preda in una morsa letale, successivamente consuma il pasto mangiandola viva. Le loro mandibole, molto potenti, consumano la preda con estrema lentezza, una scena straziante, ma la natura è anche questa.
Molto caratteristica e particolare è la riproduzione: nel bel mezzo dell'accoppiamento la femmina afferra il maschio e partendo dalla testa lo mangia mentre i suoi organi genitali continuano a "lavorare". La fine del maschio è molto triste ma pochi sanno che questo gesto che a noi essere umani sconvolge ha una spiegazione. Il maschio, grazie al suo sacrificio, permetterà alla femmina di dare una prima fonte di proteine alle uova appena fecondate.
Durante la stagione fredda le femmine depongono le uova in ooteche costruite appositamente. La mantide può deporre diverse ooteche, esse hanno un aspetto schiumoso che si indurisce con il passare del tempo. Le ooteche si schiudono in primavera tra maggio e giugno.
Vive in ambienti come i prati o i campi con grande abbondanza di cibo. Mi è capitato di incontrarla anche di notte vicino a dei lampioni, probabilmente attirata dai numerosi insetti attirati dalla fonte luminosa.
Essendo un animale carnivoro la loro dieta è molto varia e comprende api, cavallette, farfalle, mosche e raramente pùo capitare che si cibino di piccoli rettili e anfibi.
Nell'antichità si credeva fosse simbolo di sventura e si pensava che la loro presenza preannunciasse periodi di carestia, mentre nel medioevo fu associata alla religione ed era spesso identificata come un messaggero divino.
Una leggenda narra che era solita aiutare i bambini che si perdevano nel bosco, essa indicava, con il tentennio delle zampe anteriori, la direzione di casa.

Un altro meraviglioso membro dell'ordine dei mantoidei è l'Empusa Pennata. Questa affascinante mantide molto più rara della sua "cugina" religiosa fa parte della famiglia delle empusidae. Ha una dimensione media di 6-7 cm e questa meraviglia del microcosmo è ancor più difficile da individuare rispetto alla mantide religiosa. Il colore della sua livrea, verde e marrone, la nasconde alla perfezione in mezzo agli arbusti e all'erba, facendola sembrare un vero e proprio ramo.

Il maschio si riconosce dalla femmina per via delle lunghe antenne pennate, infatti la femmina ne è sprovvista. In mezzo alla testa tra le antenne entrambi i sessi hanno una caratteristica penna, che da il nome alla specie.

L'empusa pennata predilige ambienti secchi con vegetazione non molto alta. A differenza della più conosciuta mantide religiosa, ambi i sessi hanno dimensione simili (il maschio è leggermente più piccolo) e dopo l'accoppiamento la femmina non pratica il cannibalismo.

La modalità di predazione è basata sempre sul mimetismo e può sopravvivere diversi giorni senza cibo. La sua dieta è formata da invertebrati, specialmente piccoli insetti, che afferra talvolta in volo.

Il ciclo vitale dura circa 14 mesi; gli adulti compaiono verso maggio per l'accoppiamento. La femmine depongono fino a 3 ooteche di piccole dimensioni, da questi nasceranno delle ninfe, piccole mantidi inizialmente prive di ali che si iberneranno fino a dicembre per poi svegliarsi e divenire adulti durante la stagione calda.

Conosco le mantidi da quand'ero piccolo e le ho sempre osservate con stupore e meraviglia, entrate nel mio cuore, aspetto con ansia, ogni anno, la primavera per poterle ammirare e fotografare.

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