Specchi d’acqua

Vita e morte di uno stagnetto artificiale.

Come tutti sappiamo, l'acqua è fonte di vita. Senza di essa non esisterebbe nessun essere vivente. Gli habitat cambiano e con essi anche le creature che li abitano, ma indipendentemente da questo l'acqua è sempre un elemento fondamentale per ogni ecosistema. Anche solo un piccolo secchio d'acqua può racchiudere vita al suo interno.

Volendo scoprire questo mondo, spinto dalla curiosità e purtroppo dalla chiusura del paese a causa del covid-19, ho documentato la nascita (e di conseguenza la morte) di uno stagnetto artificiale costruito non lontano dalla mia abitazione in campagna. L'idea nacque molto prima del lockdown, inizialmente per poter essere un luogo idoneo per gli anfibi.

Gli anfibi nascono e si riproducono nell'acqua. Per questo la carenza di tale elemento può essere un pericolo per la loro salvaguardia, soprattutto quando si parla di una specie in particolare: il tritone.

Seguendo i consigli di persone esperte, ho potuto ricreare l'ambiente adatto per questi animali. Essendo creature abituate a luoghi acquitrinosi, era necessario che lo stagno si autoalimentasse da solo per poter essere più "naturale" possibile, così da poter osservare il tutto senza un eccessivo intervento umano.

Un fondo di foglie secche e qualche tronco ai bordi dello stagno per facilitare l'entrata e l'uscita degli animali. Pochi passaggi per far si che lo stagno fosse pronto per essere abitato.

I primi visitatori che hanno popolato lo stagno sono state le zanzare. Questi insetti che a noi infastidisco non poco, sono per gli anfibi e per altri esseri viventi una vera e propria manna dal cielo. Depongono le loro uova direttamente sull'acqua dove una volta schiuse cominceranno la loro metamorfosi. Oltre a loro anche altre larve potrebbero apparire nello specchio d'acqua.

Le Larve, che sembrano uscite da qualche film fantascientifico, sono una fonte di cibo pressoché illimitata.

Larve di zanzara
Larve di zanzara

Questa sovrabbondanza di cibo attira i predatori.

Una di queste, la notonetta, arriva volando nello stagno è la si può notare per la sua particolare caratteristica di nuotare capovolta. Questo invertebrato sta appena sotto la superficie dell'acqua utilizzando le lunghe zampe come remi per spostarsi. Vorace predatore dello stagno, attacca le sue prede per poi mangiarle con il suo potente rostro, risucchiandone il contenuto. Nella sua dieta troviamo sopratutto larve di zanzara ma anche piccoli girini e avannotti.

Ho potuto documentare diverse specie di anfibi dalla primavera fino all'autunno. Rospi e rane con rispettivi ovature e girini.

Dalle uova fino allo stato di metamorfosato, i girini degli anfibi devono sopravvivere al meglio che possono, dato che i pericoli sono sempre dietro l'angolo. Le ovature sono un vero è proprio spettacolo della natura e una volta schiuse danno alla vita tantissimi girini. Essi, che cambiano di aspetto a seconda della specie, hanno una dieta vegetariana e li si potrà spesso osservare attaccati, intenti a cibarsi, a elementi quali foglie o alghe. Con l'avanzare dei mesi perderanno la loro classica forma e si potrà intravedere il formarsi degli arti posteriori e superiori. Una volta completata la trasformazione piccoli anfibi saltellanti nei pressi dello stagno cominceranno la loro vita fuori dall'acqua con la speranza che possano tornare nello stagno per riprodursi e completare il circolo della vita.

Ovature rospo comune

Tuttavia la vita per un piccolo anfibio non è per niente semplice e il pericolo è in agguato in qualsiasi momento. Dalla grande quantità di uova e girini, non tutti raggiungeranno l'età adulta, nello stagno le insidie non mancano e molte specie vedono i piccoli anfibi come cibo prelibato. Talvolta, capita che, anche le libellule depongano nello stagno e da esse nasce la ninfa che nella sua prima fase acquatica è uno dei più famelici predatori di girini. Durante il completamento della metamorfosi questo insetto mangia tutto quello che gli capita a tiro (gli esemplari più grandi possono mangiare anche piccoli pesci!). Con uno scatto fulmineo cattura le sfortunate prede per poi consumarle lentamente. Particolare il fatto che una volta fuori dall'acqua e completata la muta i ruoli si invertono, infatti gli esemplari adulti sono prede prelibate di anfibi e pesci.

Con un po’ di fortuna e con le giuste condizioni lo stagno può essere a primavera-estate abitato da un altro fantastico anfibio : il Tritone.

In Italia esistono diverse specie che variano per zona e altitudine. Durante il periodo degli amori, questi anfibi vanno alla ricerca di specchi d'acqua adatti per potersi riprodurre. In questo periodo i maschi delle varie specie (sempre più appariscenti rispetto alle femmine) mostrano una lunga cresta dorsale avente funzione ornamentale durante il corteggiamento. Le femmine depongono successivamente le uova su steli di piante acquatiche. Le Larve una volta nate, come tutti gli anfibi, vivranno una vita acquatica fino al riassorbimento delle branchie. I tritoni sono carnivori e dal grande appetito, tra le varie prede che consumano ci sono girini, piccoli mollusti e insetti. Il tritone non disdegna di praticare il cannibalismo anche nei confronti delle sue stesse larve.

Non è da escludere, infine, che lo stagno attiri anche altri tipi di animali, che trovano in esso un posto fresco in cui rifocillarsi durante l'afa estiva.

Durante una mia visita allo stagno, mentre ammiravo i piccoli girini, ho intravisto una piccola natrice dal collare nuotare al suo interno. Questo rettile legato all'acqua è completamente innocuo, ed ha una particolare strategia difensiva. Se messo alle strette ed afferrato, secerne una sostanza maleodorante che porta l'ignaro predatore a mollare il serpente credendolo non commestibile. Questi serpenti, come tutti quelli della sua specie, sono animali importanti per la biodiversità, e  in un habitat ben equilibrato sono molto importanti.

Con l'arrivo dell'inverno molti anfibi e invertebrati ridurranno al minimo la loro attività, molti si rifugeranno nei loro rifugi sotteranei nell'attesa di tempi migliori e pronti all'arrivo dei primi caldi per poter così riprendere la marcia lunga e difficile della sopravvivenza.

Per concludere, ho potuto notare con grande ammirazione e meraviglia che aprendo gli occhi si riescono ancora a trovare dei mondi meravigliosi, abitati da creature bizzarre ma al tempo stesso affascinati e misteriose, habitat ricchi di vita ma anche di morte, dove chi comanda è la natura con con le sue leggi e il suo delicato equilibrio.

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