Il rapace simbolo della Maremma a rischio d’estinzione.
Maremma, un luogo magico a cui noi di Wildperegrine siamo molto affezionati. In questo articolo parleremo dell’Albanella minore (Circus pygargus (Linnaeus, 1758)) e di un progetto per la tutala di questo magnifico rapace a rischio d’estinzione.
Ci parlerà del progetto l’ornitologo e coordinatrice Elena Grasso e Marco Brandi, un nostro caro amico e fotografo naturalista di Grosseto.
Elena è molto attiva in campo ambientale. Ha una lunga esperienza nel monitoraggio, protezione, conservazione e tutela della fauna e della biodiversità.
Marco è molto legato alla sua terra ed è molto attivo come divulgatore e in progetti che prevedono la tutela e valorizzazione del territorio.
Dal gennaio 2020, Marco è diventato presidente dell’associazione Maremma Pro Natura.
Elena e Marco benvenuti, per noi è un piacere ospitarvi nelle pagine del nostro sito. Prima di parlare del progetto, raccontateci un po’ di voi.
Elena: Ciao a tutti, complimenti per il sito e le foto, sono stupende.
Amo l’ambiente naturale e lo studio perché solo attraverso la conoscenza si riesce a difenderlo dai vari attacchi che subisce. Il mio studio e amore per natura è cresciuto gradualmente, infatti sono partita con lo studiare le piante e tutto ciò che le riguardava.
Più studiavo e maggiore è stata la mia visione d’insieme, quindi sono passata allo studio degli habitat che le piante formano e solo per curiosità ho cominciato ad approfondire lo studio delle sue componenti abiotiche e biotiche.
Nel frattempo, comincio ad osservare gli uccelli in uno dei tre luoghi nel Mediterraneo, lo Stretto di Messina (gli altri due sono lo Stretto di Gibilterra e lo Stretto dei Dardanelli del Bosforo), dove la migrazione assume un significato tangibile e si può osservare in tutta la sua magnificenza. È un’esperienza che consiglio, la “migrazione” è ovunque, si è circondati da varie specie di uccelli, dai più piccoli passeriformi ai più grandi veleggiatori. Nel mese clou della migrazione, in questo bottleneck, si arriva ad una stima di 30.000 – 40.000 individui osservabili molto da vicino. Affascinata dalla migrazione ho cominciato a studiarla frequentando vari siti.
Marco: Un saluto a tutti i lettori di Wildperegrine, come anticipato, vengo da Grosseto, proprio dal centro della “selvaggia” maremma toscana.
La mia passione per la natura nasce da piccolo. Sono stato sempre a contatto con tanti animali selvatici bisognosi di cure, infatti ho uno zio che lavorava per il WWF.
Alle elementari studiavo i movimenti dei lombrichi nel terreno e già allora mi preoccupavo di mettere in sicurezza i formicai che trovavo nei giardini dei miei compagni. Caratteristica che mi accompagna ancora oggi quando provo a proteggere i nidi dell’Albanella minore.
Ad ogni modo questa passione e curiosità mi hanno portato ad approfondire i miei studi ed oggi sono uno studente di Scienze Ambientali e Naturali all’Università di Siena.
Ma oltre ad essere uno studioso sei anche un bravo fotografo naturalista, come dimostrano le foto a corredo dell’articolo, che ci racconti a riguardo?
Marco: Fotografo naturalista autodidatta.
Tutto è iniziato nel marzo del 2013 con il regalo della mia prima reflex e della successiva uscita nella riserva naturale di Diaccia Botrona. Da allora la fotografia è diventata parte di me. La mia è stata una crescita continua. Con le prime uscite e i consigli dei fotografi conosciuti sul campo fino ai gruppi di studio ornitologici e alle associazioni fotografiche.
Con la perseveranza e la tenacia che mi contraddistingue, con il passare degli anni sono poi arrivati i primi riconoscimenti importanti, come quello ricevuto dal National Geographic nel 2015, e le prime collaborazioni con riviste e atlanti sull’avifauna locale, nazionale e internazionale che tutt’oggi proseguono.
Oggi siamo qui per parlare di un rapace affasciante ed elegante, l’Albanella minore. Elena come sei approdata allo studio di questo specie?
Elena: Come già detto mi sono appassionata alle migrazioni e successivamente ho avuto la fortuna di dedicarmi all’etologia del gipeto per alcuni anni. Esperienza che mi è servita quando sono arrivata in Maremma e ho cominciato ad osservare le Albanelle minori non solo in migrazione ma anche durante il periodo riproduttivo. Ormai sono due anni che mi dedico a questo studio.
Chiederei a Marco come descriveresti l’Albanella “Maremmana”?
Marco: Grazie per avermelo chiesto, non posso non citare l’introduzione ad un articolo che ho scritto per il quotidiano La Nazione:
“Una saetta bianca e nera attraversa i cieli maremmani ogni anno, da secoli, da aprile ad agosto perlustrando i campi di grano in cerca di cavallette, topini e di quanto le possa fungere da preda per lei ed i suoi piccoli che attendono il cibo nei nidi creati sul suolo, ad arte, in mezzo agli steli delle graminacee i cui campi caratterizzano i paesaggi della Maremma.”
Una bellissima immagine che descrive questo stupendo rapace. Dall’introduzione emerge subito un particolare, i nidi creati sul suolo.
Marco: Esatto. Il maschio, di solito, veglia il nido dall’alto, su un ramo o un palo. La caccia inizia all’alba, e per tutto il giorno scruta il campo alla ricerca di topolini, uccellini, serpentelli e cavallette. La femmina abbandona il nido quel poco che le serve per cibarsi, infatti appena sente il maschio si lancia in un volo acrobatico per lo scambio della preda. Una scena stupenda ed emozionante.
La femmina comincerà a lasciare più spesso il nido man mano che crescono i piccoli pulcini bianchi che in breve tempo da goffi con atterraggi rocamboleschi diventeranno sempre più dei bravi acrobati del volo come i genitori.
Elena, In che stato versa la popolazione di Albanella minore?
Elena: È una specie protetta a livello internazionale, inserita nell’allegato I della Direttiva 2009/147/CE, meglio nota come Direttiva Uccelli. La sua popolazione è in declino, le cause sono legate alla scomparsa dell’habitat e alla meccanizzazione agricola. Sembra strano ma la trebbiatura meccanizzata tanto utile all’uomo è in parte responsabile del diminuito numero di individui della specie presenti sul territorio. L’utilizzo di varietà di graminacee che maturano nello stesso periodo di nidificazione di questa specie fa si che la trebbiatura comporti la distruzione dei nidi ed una fine cruenta per i pulcini e a volte pure della madre.
Orribile come cosa. Cosa si sta facendo a riguardo?
Marco: In varie parti d’Italia e d’Europa, gruppi di volontari, proteggono e controllano i nidi delle albanelle a proprie spese, lasciando i proprietari dei campi “liberi” fino all’involo dei giovani.
Il nido viene tutelato lasciando una piccola porzione di coltivazione intatta, ovviamente in accordo con gli agricoltori. La porzione è recintata in modo che il nido non venga distrutto durante le attività colturali.
Tutelare l’albanella, permette di controllare anche le popolazioni di specie nocive come topi e ratti, evitando così l’utilizzo di veleni.
E nella tua Maremma?
Marco: Nella Maremma toscana è il GOM – Gruppo Ornitologico Maremmano “A. Ademollo” a fare da capofila al progetto di ricerca e conservazione della specie.
Il progetto è cominciato quest’anno, la direzione è dell’ornitologo Elena Grasso.
Elena: Esatto, grazie allo studio attivo sul territorio si è avviato il progetto di ricerca scientifica, monitoraggio e conservazione.
Abbiamo il benestare della Regione Toscana e di ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale, e l’aiuto su campo dei volontari dell’Associazione Maremma Pro Natura, di cui Marco è presidente, col sostegno di Cooperativa Silva, ATC 7 Grosseto, Fondazione Leopoldo II di Lorena – Istituto Agrario Leopoldo II di Lorena, Fondazione CR Firenze, Asbuc Monterorsaio.
Il successo del progetto è garantito anche dal semplice passaparola degli Albori B&b, del Wooden beer shop, di AD3 Arte&Design di Grosseto.
Le coppie di Albanella minore maremmane note sono una trentina di cui una decina sono localizzate nel territorio Toscano. Il numero è ancora indicativo perché lo studio della parte Toscana è iniziato da un anno e con pochi mezzi a disposizione, ma piano piano stiamo crescendo!
Il monitoraggio è ancora un problema, come anticipato da Marco, occorrono molti più volontari per il controllo del territorio che ahimè è molto vasto.
In futuro, abbiamo in programma di utilizzare radio GPS-GSM per seguire le Albanelle minori durante il periodo riproduttivo, in dispersione, durante la migrazione e nei siti di svernamento africani, nella zona subsahariana, come, ad esempio, già fanno i colleghi spagnoli, che sono riusciti a tracciarle fino in Mali e in Mauritania.
Da quello che abbiamo capito c’è ancora un po’ di lavoro fare, da una maggiore sensibilizzazione pubblica, al coinvolgimento di più volontari e a qualsiasi aiuto possa arrivare per poter far crescere questo bellissimo progetto. Proprio in quest’ottica ho un’ultima domanda per Marco. Cosa ci racconti della partnership con l’azienda Fashionature?
Ho l’onore di aver donato al progetto una mia foto di albanella minore che sarà il soggetto di una serie di magliette vendute dall’azienda Fashionature. L’azienda donerà metà dei ricavati per l’acquisto di materiali necessari al progetto. Il link alla maglietta è qui.
Grazie per il vostro tempo e per averci fatto conoscere questo magnifico rapace.
Elena e Marco: Grazie a voi per sostegno e per averci permesso di divulgare questo importante progetto.
E ancora, grazie ai ricercatori, appassionati, associazioni, fondazioni, attività commerciali o chi semplicemente fà pubblicità al progetto. Ogni anno, si fa si che i giovani nati si involino e al momento giusto riescano a migrare verso l’Africa dove passeranno l’inverno per poi tornare in primavera a riprodursi in Italia ed in Europa.
Il lavoro è tanto e le forze, per trovare i nidi e proteggerli, non bastano mai!
Chi ama la natura e si vuole unire al progetto è il benvenuto!