Un giro in Maremma

Un’avventura fotografica nella Wildness Toscana.

Immense pianure, qualche collina, zone alluvionali e un arcipelago tra più selvaggi e apprezzati d’Italia. Ci troviamo in Maremma, un territorio di 5000 km² tra Toscana e Lazio.

Impossibile o impensabile pensare di visitarla in un giorno, ma se limitiamo il raggio d’azione ad un’area specifica è possibile trascorrere una giornata fotografica intensa e ricca d’emozioni.

La zona da considerare è tra le più interessanti della Maremma: il Grossetano. La Maremma Grossetana è sede del primo parco naturale della Toscana, il Parco naturale della Maremma. Il parco ha un’estensione di 8900 ettari, ma ci limiteremo a visitare la zona di Marina di Alberese.

Lungo la strada che porta al mare, non ci resta che rimanere affascinati davanti all’imponenza delle vacche e cavalli di razza maremmana allo stato semibrado. Tra i pascoli è facile imbattersi, durante la stagione invernale e la migrazione, in Pavoncelle (Vanellus vanellus) e Chiurli (Numenius arquata) mentre sulla spiaggia è possibile incontrare il Fratino (Charadrius alexandrinus), specie in pericolo critico.

Invece, vicino alla foce dell’Ombrone, ci sono i nidi del Falco pescatore (Pandion haliaetus) che dopo 42 anni (nel 2011) è ritornato a nidificare sul suolo italiano grazie al Progetto dalla Regione Toscana finanziato attraverso il programma Interreg III del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale.

Nella zona più “turistica” del parco sono da segnalare le famose Volpi (Vulpes vulpes) di Alberese che sono molto fotografate per la loro grande confidenza. Purtroppo, nonostante i divieti e i numerosi cartelli, i turisti (e non solo) continuano a dare da mangiare agli animali selvatici che vivono in questa magnifica riserva.

Orbetello Fenicotteri in volo

Spostandosi più a sud, seguendo la costa, si arriva nella Laguna di Orbetello. La laguna è un posto ricco di biodiversità, con un livello dell’acqua che non supera mai i due metri di profondità.

Presso la laguna di ponente, è molto facile individuare i Fenicotteri rosa (Phoenicopterus roseus). Ormai sono stanziali, anche se la maggior parte è svernante. Provengono dalla regione francese della Camargue ed in inverno è facile assistere ad un assembramento di grande impatto.

Lungo le sponde della laguna la fanno da padroni i limicoli, in molti casi sono confidenti e per nulla timorosi. Sono da segnalare la Pettegola (Tringa totanus), il Voltapietre (Arenaria interpres), il Piovanello pancianera (Calidris alpina) e tutti i limicoli frequentatori abituali delle zone costiere e palustri specialmente durante il periodo migratorio (primavera e autunno) e invernale.

La laguna, cha ad ovest ha lo stupendo promontorio del monte Argentario, è limitata da due strisce di terra sabbiose (Tomboli) lunghe circa 6 km. La spiaggia della Giannella situata verso nord e quella della Feniglia verso sud.

A nord, forse è meglio dire a ponente, lungo la statale provinciale della Giannella, ha sede l’oasi WWF di Orbetello, dove è possibile, nel periodo di svernamento, individuare i rarissimi Ibis eremita (Geronticus eremita) del progetto ”Waldrappteam”. Altro appuntamento fisso dell'oasi sono i  Cavalieri d’Italia (Himantopus himantopus) che hanno ispirato, nel 1964, l'intervento di Fulco Pratesi e Hardy Reichelt per creare una delle prime Oasi WWF in Italia.

A sud, nella parte della laguna di levante, troviamo la riserva naturale della Duna Feniglia. È proprio in questa riserva che sono state scattate le foto di Bruno D’Amicis e pubblicate sul numero di febbraio 2018 del National Geographic. Le foto ritraggono dei Lupi (Canis lupus) intenti a giocare sulla spiaggia, un documento unico e raro da far invidia ad ogni fotografo naturalista che si rispetti. Una volta, era molto facile, nella pineta della riserva, avvistare e fotografare i Daini (Dama dama). L’arrivo del lupo li ha resi molto più guardinghi e non più stanziali.

Voltapietre

Spostandosi più a sud, oltrepassando la laguna, troviamo invece l’Oasi WWF del lago di Burano, un altro specchio d’acqua salmastra molto apprezzato dai fotografi naturalisti per poter immortalare gli anatidi, come il Moriglione (Aythya ferina), il tutto direttamente sdraiati sul pontile che affaccia sul lago.

Come anticipato all'inizio dell'articolo, un tour di un giorno sembra una missione impossibile, ma in base ai soggetti, è possibile muoversi agilmente in tutti i posti indicati tenendo ben presente l'orario e la direzione della luce. Ogni volta che ci si avventura in maremma non si torna mai a casa a mani vuote.

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