Uno scenario che evolve e cambia ad ogni marea.
Il Delta, il cui nome deriva dalla quarta lettera dell’alfabeto greco (maiuscolo Δ), sta ad indicare la foce di un fiume che incontra un moto del mare poco ondoso. I sedimenti riescono a posarsi sul fondo del mare e il fiume si ramifica come le radici di un albero.
Per il fotografo naturalista, il delta di un fiume è un mondo magico. Nel bene e nel male, ogni delta porta con sé un carico pieno di vita e di speranze. Non è un caso, se la maggior parte degli ecosistemi ben conservati sono rappresentati da un delta. Il delta è mutevole, non sarà mai lo stesso. L’uomo può stravolgerlo e imprigionarlo ma finché il fiume è vivo, con il suo carico di acqua e sedimenti, difficilmente si farà ammansire. Il Delta, ogni volta, tornerà con la sua prorompenza a riprendersi ciò che gli era stato tolto.
Tra i più famosi e straordinari, ricordiamo il Delta dell'Okavango in Botswana (patrimonio dell’umanità) o la savana inondabile del delta interno del Niger-Bani situato nel centro del Mali. Difficile non ricordare il Delta del Gange (Ganga) in Bangladesh dove è ancora possibile imbattersi, senza i confini imposti da una riserva, nella temibile Tigre del Bengala. In Europa è impossibile non ricordare il Delta del Danubio in Romania (patrimonio dell’umanità), il meglio conservato fra i delta dei fiumi europei.
In Italia, per quanto antropizzato sia, abbiamo il nostro caro Delta del Po, un posto unico e in continua evoluzione. Un’estensione di 180 km² con una popolazione di 70.000 persone, 54.000 ettari di area protetta dove è possibile trovare 297 specie di uccelli di cui 146 nidificanti.
Il Parco regionale del Delta del Po dell'Emilia-Romagna, istituito nel 1988, va vissuto dall’acqua. Infatti è consigliatissimo effettuare una delle gite organizzate che permettono di addentrarsi tra le sue ramificazioni formate da fitti cannati e molteplici isolotti. Per avere delle belle foto si consiglia un’escursione con solo fotografi e su imbarcazioni abbastanza basse in modo da avere una visuale ottimale per riprendere i soggetti a livello dell’acqua.
È possibile osservare tutti gli Aironi “italiani”, in particolare l’airone rosso (durante la stagione riproduttiva), l'airone bianco maggiore e il tarabuso. Da segnalare le rare colonie di nidificazione del fenicottero rosa (Saline di Comacchio) e della spatola (70 coppie unico sito di nidificazione italiano).
È facile imbattersi in stormi di cormorani (ne abbiamo osservato uno di circa 200 individui), lo svasso maggiore e minore, nonché il marangone minore (Punta Alberete è l’unico sito in tutta l’Europa occidentale dove si riproduce).
Il cavaliere d’Italia è il simbolo del parco, e i limicoli abbondano così come le anatre, oche e cigni. Non può mancare il martin pescatore e tutti gli uccellini abituali frequentatori delle zone umide. Infine, sono da segnalare, il fraticello, il falco di palude, il mignattaio, il mignattino piombato, la volpoca, la sterna di Ruppel (unica colonia europea di nidificazione anche se irregolare), la moretta tabaccata e la pernice di mare.
Il Delta del Po è un luogo stupendo ma se si ha disposizione una sola giornata non è facile portare a casa scatti fotografici significativi. È, però, possibile osservare specie difficili da vedere altrove. Ricordiamo la presenza eccezionale dello scorso anno: l’aquila imperiale.
Non ci resta che consigliarvi di seguire i vari gruppi fotografici per essere informati sugli ultimi avvistamenti ed organizzare per bene la vostra gita al Delta del Po, un posto unico e ricco di biodiversità.